Perché è una condizione che interessa i neuroni, ovvero le cellule nervose che costituiscono l’unità funzionale del Sistema Nervoso Centrale. Questo disturbo, infatti, è causato da un’iperattività dei neuroni, un eccesso di funzione dell’attività elettrica cerebrale: alcune cellule del cervello iniziano a lavorare ad un ritmo molto superiore rispetto alla norma, producendo la cosiddetta scarica epilettica.
È opportuno non confondere l’epilessia con la crisi epilettica: l’epilessia, infatti, è una sindrome patologica caratterizzata dalla ricorrenza di crisi epilettiche. Mentre le crisi epilettiche, o attacchi, sono improvvise e relativamente brevi alterazioni della coscienza, del comportamento, della memoria dovute ad un temporaneo disturbo funzionale delle cellule nervose che si manifesta sotto forma di ripetute scariche elettriche.
Esistono oltre 30 tipi di epilessia, per questo è più opportuno parlare di epilessie al plurale e non al singolare, e più di 10 forme di crisi epilettiche. Solitamente, ciascun paziente soffre di una sola forma di epilessia con una o più forme di crisi. Incorrere in una crisi epilettica non significa soffrire di epilessia. Per poter parlare di epilessia, infatti, devono verificarsi almeno due attacchi, a distanza di minimo 24 ore l’uno dall’altro, oppure un attacco con elevato rischio di ripetizione.
Ne soffrivano anche Petrarca, Flaubert, Paganini e Van Gogh. Questo pare suggerire come l'epilessia non incida negativamente sulle funzioni cognitive delle persone chiamate a convivere con questo disturbo.
I soggetti maggiormente colpiti da epilessia sono bambini e anziani.
L'epilessia conta, solo in Italia, circa 500.000 persone affette e 30.000 nuovi casi per anno.
In Europa, circa 6 milioni di persone hanno un'epilessia in fase attiva,
cioè con crisi persistenti e/o tuttora in trattamento. In generale, si
afferma che l'epilessia interessi globalmente, tra casi attivi e non, circa
l'1% della popolazione.
Nei tre quarti dei casi l'esordio è prima dei 20 anni di età.
Le cause delle epilessie sono molteplici:
Il termine epilessia deriva dal greco e significa “essere colto di sorpresa” o anche “essere invaso”. Ciò era dovuto all'inspiegabilità e all'imprevedibilità delle sue manifestazioni, che per molto tempo contribuirono a ritenerla causata da forze maligne o da divinità avverse.
Per diagnosticare l’epilessia è necessario esaminare i sintomi, la storia medica del soggetto ed effettuare alcuni esami di approfondimento.
Elettroencefalogramma (EEG): è un esame basilare per diagnosticare l’epilessia perché, rilevando l’attività elettrica del cervello, permette di individuare eventuali anomalie cerebrali
Analisi di laboratorio : sono fondamentali per rilevare la presenza di patologie correlate all’epilessia. In certi casi, si rendono opportune ulteriori indagini con video EEG, EEG dinamico, risonanza magnetica, TAC, tomografia a risonanza magnetica e tomografia computerizzata. In seguito ad un primo attacco, la diagnosi di epilessia viene accettata solo se nell’elettroencefalogramma o nella diagnostica per immagini risultano prove di alterazioni che comportano un alto rischio di nuovi attacchi.
Nella crisi tonico-clonica generalizzata, o semplicemente crisi generalizzata, è l’intero encefalo ad essere coinvolto in una scarica anomala. Questa crisi viene definita anche “Crisi di Grande male” per via delle manifestazioni intense con cui si presenta.
La crisi tonico-clonica generalizzata si sviluppa in 3 fasi:
Durante queste prime due fasi, il paziente si trova in uno stato di “apnea” per cui si può verificare una cianosi del volto.
La crisi focale si differenzia dalla crisi generalizzata poiché la scarica anomala neuronale coinvolge solo una parte del cervello. Essa si presenta con sintomi differenti in relazione alla funzione delle diverse aree del cervello interessate.
Le crisi focali si distinguono, dunque, in cinque forme principali:
Le assenze, un tempo chiamate crisi di Piccolo Male, si manifestano con l’alterazione isolata della coscienza: chi ne è colpito, interrompe improvvisamente l’attività in corso e appare immobile, con gli occhi fissi nel vuoto. Il sintomo principale è, dunque, una breve “assenza” con mancanza di reattività e vuoti di memoria. In questo tipo di crisi, non si verificano i cosiddetti “crampi” o convulsioni.
Si verifica principalmente in bambini piccoli e in età scolare.